Scrive su Repubblica tal "Carlo Clericetti" (evidentemente uno che non ha mai letto la sua busta paga dice):
"Ma un'ulteriore riduzione del costo del lavoro può risolvere il problema della competitività italiana? Sarebbe davvero difficile sostenerlo. Già oggi il nostro costo del lavoro è agli ultimi posti in Europa (dati Ocse) e, come è ben noto, questo non ci ha aiutato ad essere competitivi."
Signor giornalista iscritto allabo, va che sei un fenomeno di prima categoria. Il problema non è il costo "Globale" della busta paga ma quanta parte della busta paga va al dipendente, quanta va in tasse e quanto ci rimette l'azienda ad assumerti.
Ti invito a guardare questa tabella in cui sicuramente, tu espertone di diritto del lavoro, evicenrai che le aziende che hanno più contributi sociali e previdenziali a carico loro sono:
[29.6] Francia (che però ha uno stato sociale che offre moltissimi servizi rispetto all'italia)
[25.9] Repubblica Ceca (Che però ha 9.000 euro in meno di costo del lavoro totale rispetto all'italia)
[25.7] Ungheria (Che però ha 13.000 euro in meno di costo del lavoro totale rispetto all'italia)
[24.5] Svezia (che però ha uno stato sociale che offre moltissimi servizi rispetto all'italia)
[24.3] Italia
Allora? Come la mettiamo? Amico ... il costo del lavoro non è un valore unico ma sono:
- Contributi che pagano le imprese
- Contributi che pagano i lavoratori
- Salario "spendibile" da parte dei lavoratori
- O abbatti il costo dei contributi previdenziali e lo lasci alle imprese (Risultato: + posti di lavoro)
- O lo trasferisci ai lavoratori (E io sarei più contento di dare più soildi al mio staff e meno all'INPS)
P.S Io continuo a pensare che la dimensione mendia delle aziende italiane è troppo piccola ... altro che forza PMI!!!