Allora, casino geopolitico, casino industriale, casino finanziario ... vabbeh la finanza è sempre un casino ma inizio a far fatica a tenere il conto delle variabili in gioco ...
Un paio di settimane ho pranzato (o cenato non ricordo) con Paolo, amico che di lavoro fa il Buyer per una grossissima azienda metalmeccanica della mia zona e si occupa di trovare fornitori per prodotti "poveri" (per poveri intendo per cui non ci vogliano skill qualificati e dove la % di manodopera sul totale del prodotto incida per più del 60%) in territorio Cinese.
Il ragassuolo si spara Milano -> Cina (ovunque in Cina) una volta ogni due mesi dunque possiamo definirlo "uno che ha il polso della situazione". Tra un pollo al curry e due birre mi ha elencato i seguenti elementi su cui non voglio trarre conclusioni ma invitarvi a riflettere:
Nella sua azienda iniziano a considerare il "rischio paese" della Cina troppo elevato, in particolare, per prodotti "poveri":
- Il costo delle materie prime ferrose è aumentato in Cina del 40% in un anno
- Il costo del lavoro è aumentato in Cina del 20% in un anno
- Non è possibile spostarsi a produrre in paesi dove la manodopera è più economica (Es. Vietnam) in quanto le materie prime transitano sempre dalla Cina e dunque
- In italia si sono perse le competenze "di produzione" dunque un "rientro" non sarebbe cosa facile (es. quanti sanno usare, o per lo meno sanno cos'é un Tornio a controllo numerico?)
- Con il dollaro a 1,20 sarebbe più conveniente produrre in Italia che in Cina, meglio il petrolio "mediato" o la benzina carissima?
Cla!